DI EMANUELE BELUFFI Il complesso legame tra pittura e poesia che ha dato l’impronta di sé a una fase creativa molto importante nella storia della pittura italiana del Novecento si rinnova oggi in maniera inedita, offrendo all’osservatore una visione artistica che illumina la realtà di nuove prospettive di bellezza e significato. È quanto potrà vedere chi, mercoledì 6 novembre, visiterà la mostra di Elisabetta Necchio (Como, 1972) intitolata In-contro negli spazi della Galleria Rubin di Milano.
Nelle opere di Elisabetta Necchio, infatti, emerge il contrasto tra la realtà spesso dura e la luce che, in qualche modo, filtra a livello interstiziale, sia in senso ideale che pittorico: lo possiamo vedere, ad esempio, in una grande tela che raffigura tre diversi livelli di agglomerati urbani tipici di Buenos Aires, illuminati in alcuni scorci da un bagliore di luce quasi accecante, fiammeggiante come il sole al tramonto. Sono “accenti” che “muovono” il quadro, suggestione che si rinnova in un’altra tela di grande formato che raffigura uno scorcio cittadino dominato da un’imponente volta arborea, con auto parcheggiate e in primo piano un oggetto misterioso abbandonato.